Intitolare un’edizione del Vascular Club “Novità nei materiali e nelle procedure” può sembrare perlomeno una ovvietà dal momento che l’attività endovascolare è fortemente dipendente dai materiali e dalla loro evoluzione, come larga parte della terapia invasiva in ogni campo della medicina.
Inoltre, qualunque convegno scientifico nell’ambito della terapia endovascolare riguarda, in modo esplicito o meno, procedure innovative o rivisitate oppure svolte con qualche elemento di novità. Non si può nemmeno negare che le novità costituiscano una indubbia attrazione in una comunità, quale quella degli interventisti, che sono costituzionalmente rivolti nella direzione del progresso, che sembra continuo e inarrestabile.
Vi sono campi della medicina – pensiamo a certe malattie neurologiche degenerative – nelle quali il progresso è lento, estenuante, tale da indurre gli specialisti a una certa rassegnazione. Non si può invece dire che la rassegnazione sia uno stato d’animo comune a coloro che si dedicano alla terapia endovascolare, elettrizzati come sono dai continui progressi tecnologici e dalle molteplici, spesso geniali, declinazioni della pratica quotidiana da parte di gruppi di lavoro di tutto il mondo.
Se la storia della terapia endovascolare è costellata di nomi illustri (Dotter, Gruentzig, Parodi per citarne tre fra i più noti, almeno ai meno giovani), la nostra quotidianità professionale è anche resa possibile dai numerosissimi operatori e dalle tante menti feconde che con piccoli passi avanti e ripensamenti (secondo il processo di apprendimento del trial and error) tracciano delle strade e producono cambiamenti.
Il Vascular Club, nel suo piccolo, vuole dare testimonianza di questo strepitoso processo.